[row][h2]CHE COS’E’ UNA POMPA DI CALORE[/h2]
La pompa di calore è un modo di riscaldare un ambiente (sia esso una casa o un ufficio)
alternativo alle tradizionali caldaie; si tratta di uno dei tanti frutti – sottovalutati – della
genialità umana; perlomeno, è sottovalutato qui da noi in Italia, mentre la situazione
altrove – tanto per rimarcare un luogo comune – è diversa. Cosa usiamo per riscaldare le
nostre case in inverno? Molte cose, ma più o meno tutte sono cose che bruciano: gas,
nafta, legna, carbone… a parte l’elettricità, intendo, che pochi usano perché costa
carissima (e costa cara proprio perché non è fatta per bruciare).
La pompa di calore sfrutta un principio diverso: essa in pratica “aspira” calore dall’esterno,
e lo “butta” all’interno della casa. Spesso si sente dire che la pompa di calore, essendo
elettrica, costa certamente più di un impianto a metano o altro. Niente di più sbagliato: il
fatto che la pompa funzioni elettricamente è incidentale, potendo in teoria funzionare con
qualsiasi tipo di fonte di energia, poiché non è l’energia consumata che ci riscalda, bensì il
calore proveniente dall’esterno. Infatti, mentre far transitare il calore da un posto più caldo
ad uno più freddo è la cosa più facile del mondo (basta aprire la finestra!), per spostare
calore in direzione opposta si deve pagare qualcosa, sotto forma di energia. Così, la
nostra pompa di calore prende dall’esterno X calorie, e butta dentro casa X+Y calorie;
quell’Y è esattamente pari all’energia elettrica consumata dalla pompa di calore. E fin qui
nulla di male; ma il trucco sta nel fatto che X è normalmente maggiore di Y, e neanche di
poco!

Capita la genialità del sistema? Il fatto è che qualsiasi caldaia o stufa brucia X calorie di
gas e produce meno di X calore; qualsiasi stufa elettrica consuma X energia (peraltro
molto più costosa di quella del gas!), e produce X calore; la pompa di calore, invece,
consuma X ma produce N volte X calore: da 3 a 5 volte di più. Quel moltiplicatore di
energia resa “N” in termini tecnici viene chiamato COP: Coeficient Of Performance. Mentre
i climatizzatori di qualche anno fa e tuttora alcune case producono macchine con COP di
2,5÷3, ci sono climatizzatori che grazie ai nuovi gas, nuovi compressori, nuove tecnologie
hanno raggiunto valori di COP intorno a 5. La macchina per uso residenziale con
maggiore COP attualmente sul mercato ha un coefficiente di 5.42. Una pompa di calore
con COP maggiore di 3.6 è comunque una macchina di classe energetica A cioè in grado di garantire un risparmio energetico e un rispetto verso l’ambiente superiore a qualsiasi
caldaia.

LA POMPA DI CALORE CONVIENE ?
Naturalmente stiamo parlando di utilizzo in riscaldamento perché nell’utilizzo in
raffrescamento, deumidificazione, depurazione non ci sono paragoni con altre macchine in quanto solo la pompa di calore può fare tutte queste funzioni in un’unica macchina. Per
dare una risposta a questa domanda dobbiamo per forza fare qualche conto. Il gas viene
pagato in metri cubi o calorie, mentre l’elettricità si paga in chilowatt; per confrontare le
due cose dobbiamo per prima cosa riportare le due misure a qualcosa di comune, in modo da confrontare “mele con mele”. Una prima difficoltà, infatti, sta nel fatto che il gas lo paghiamo a metri cubi o a calorie, il gasolio a litri la legna a quintali, e l’elettricità a
chilowattora. Per fortuna, un fondamentale esperimento di fisica, noto come “esperienza di Joule”, ha stabilito l’equivalenza tra calore (calorie) e lavoro (Joule). In altre parole, una
caloria ed un Joule sono la stessa “cosa”, solo che si misurano con “metri” diversi. Per i
precisi, una caloria è pari a 4,18 Joule. Un consumo di 1 Watt equivale ad 1 Joule al
secondo (il Joule è l’unità di misura del lavoro). Un chilowattora (kWh – quello che
paghiamo in bolletta) equivale al consumo di 1000 Watt per un’ora, ossia a 3.600.000
Joule (3.6 megaJoule). Un metro cubo di metano, bruciando, produce circa 9200 (grandi)
calorie; per lo meno questo ci dice la bolletta Italgas… Ora abbiamo le conversioni
necessarie per mettere le bollette (previste) del gas e della luce l’una accanto all’altro,
confrontando il costo dell’elettricità e del metano (la “roba da bruciare” che costa di meno),
riferendo il costo ad una misura unica, ad esempio il kilowatt. Mediamente un metro cubo
di metano per uso riscaldamento costa, tra addizionali e tasse, 0.6 Euro al metro cubo ,
ovvero 0.6/9.2=0.065 euro a megacaloria (una megacaloria è pari a 1.000.000 di calorie).
Questo vuol dire che un kWh di energia ricavato dal gas costa 0.065*3.6/4.18=5.60 €
cent./kWh meno il rendimento dell’impianto, caldaia, tubi, etc… che per un buon impianto
può essere pari a 0.8 risulta che in un impianto di riscaldamento a metano costa 7.0 € cent. al kWh reso.
Se vogliamo confrontare una stufa a pellet abbiamo che il costo del pellet è di circa 0.23 €
al kg e rende circa 4600 kcal o 4.6 Mcal ovvero 0.23/4.6=0.05 € alla megacaloria. Questo
significa che un kWh di energia ricavata dal pellet costa 0.05*3.6/4.18=4.3 € cent./kWh meno il rendimento della stufa che può essere pari a 0.8 risulta che in un riscaldamento
con stufa a pellet costa 5.3 € cent al kWh reso; per la legna i risultati non cambiano.
Il costo di un kWh “elettrico”, a seconda del contratto, oscilla tra i 12 e i 15 € cent (ma può
costare anche meno). Questo vuol dire che l’elettricità costa almeno due volte più del
metano; col che possiamo capire perché non convenga riscaldare la casa elettricamente. Se però, come abbiamo detto, fornendo 1 kWh di elettricità ad una pompa di calore
riusciamo a generarne 4 o 5 di calore, le cose cambiano: se dividiamo per queste cifre il
costo di un kWh elettrico, otteniamo che il riscaldamento a pompa di calore oscilla tra i 3 e
i 4 € cent a kWh, cioè dal 25 al 50% in meno del metano! Al risparmio sul combustibile
occorre sommare il risparmio sulla manutenzione periodica: infatti, mentre una caldaia
tradizionale o una stufa deve essere revisionata almeno ogni anno, una pompa di calore
ben installata e tenuta può lavorare per anni senza un avvertibile decadimento di
prestazioni. Infatti non vi è alcun obbligo di revisione.
Oltre al costo del combustibile, negli impianti di riscaldamento tradizionali, dobbiamo
sommare il costo dell’energia elettrica necessaria per far funzionare l’impianto (pompe,
valvole, caldaia, ventilatori fumi ecc.) che possiamo stimare circa 200W cioè altri 3 €cent
per un impianto o stufa con una potenza media di lavoro di circa 8 kW, cioè il costo
dell’energia elettrica va ad incidere per minimo altri 0.3 €cent al kWh reso.

IL CONTRATTO ENEL
Ovviamente installare una pompa di calore per riscaldare una casa, un ufficio o un
negozio comporta l’aumento della potenza contrattuale del contatore da 3kW a 4.5 o 6 kW,ma anche questo comporta dei benefici economici e funzionali. Sotto l’aspetto funzionale aumentando la potenza contrattuale si diminuisce la probabilità di distacco del contatore per sovraccarico, cosa molto fastidiosa e molto frequente con l’introduzione dei nuovi contatori. Sotto il profilo economico invece, contrariamente a quanto si pensi, più energia consumiamo meno ci costa. Per meglio comprendere ciò dobbiamo analizzare il costo del kilowatora che è composto da: una quota fissa + corrispettivo di potenza impegnata che è pari a 8.16 €/anno per il contratto D2 da 3 kW mentre è di 74.16 €/anno per il contratto UD4 da 4.5 kW, una quota al kWh che è suddivisa in aliquote diverse a seconda dei consumi.
In particolare abbiamo che per il contratto da 4.5 kW e consumi superiori ai 3000 scatti
(limite normalmente superato nelle abitazioni comuni) il costo è di 9.57 €cent/kWh meno
della metà del contratto da 3 kW e consumi di 3000 kwh/anno che è di 20.29 €cent/kwh. Inoltre ulteriori risparmi si possono avere con l’adozione della tariffa bioraria in base alla
quale negli orari notturni e nei sabato e domenica l’energia costa meno. Ne consegue che
l’energia per far funzionare la P.D.C. ha un costo di 9.57 €cent/kWh (+IVA) addirittura più
bassa delle valutazioni fatte precedentemente.
LA POSSIBILITA’ DI DETRAZIONE FISCALE DEL 65% E RIDUZIONE DELL’IVA AL 10%
Altri vantaggi nell’installare una pompa di calore derivano dalle agevolazioni IRPEF e IVAper le ristrutturazioni edilizie. Infatti in base alla legge di stabilità 2014 è stata prorogata finoal 31/12/2014 la detrazione d’imposta del 65% e la riduzione dell’IVA al 10% (per gliimmobili a destinazione abitativa privata). Per poter usufruire di tali benefici l’agenzia delleentrate ci costringe a: inviare una comunicazione di inizio lavori con una serie didocumenti allegati – in alcuni casi comunicazioni per la sicurezza all’ ASL competente -,pagamento dell’importo con bonifico bancario. Infine bisogna precisare che, mentre ilbeneficio dell’ IVA al 10% è immediato, la detrazione di imposta va dilazionata in 10 anni.
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