QUALI SONO LE RESPONSABILITA’ DEL POSATORE/ISTALLATORE DI SERRAMENTI

Nella mia attività di formatore nell’ambito del settore della posa dei serramenti mi capitano spesso situazioni particolari che possono divenire spunti interessanti di discussione per l’intero settore.

La sicurezza : uno degli gli ambiti che tratto

Uno degli ambiti che io continuamente tratto è relativo alla sicurezza in uso dei manufatti, le responsabilità dei produttori, e quella dei Posatori/Installatori. Perché come ho più volte sottolineato in altri precedenti articoli ritengo che il consumatore finale deva essere salvaguardato a prescindere.

Dovrebbe essere il sistema a garantire questo status di sicurezza e la marcatura CE oggi dovrebbe esserne lo strumento ma come vedremo più avanti così, purtroppo non è

Il ritardo del sistema

Non voglio entrare nella polemica con il “sistema”, del quale ne sono stato parte per anni, ma sicuramente il ritardo di oltre trent’anni perché venissero emanate normative chiare a supporto della normalizzazione del mercato, purtroppo non ha fatto altro che peggiorare l’attuale situazione.

Ritengo infatti che oltre il 90% delle aziende del settore serramentistico in Italia, ma anche quelle che vengono dall’estero, ma in ambito CEE, che vendono parte della loro produzione in Italia, non siano conformi agli standard di sicurezza richiesti dalla Normativa Europea attraverso appunto la Marcatura CE, ma soprattutto con la normativa nazionale il più delle volte completamente disattesa.

Ma non è questo l’argomento di cui voglio trattare in questo dibattito ma come già anticipato in precedenza vorrei analizzare solo l’aspetto del Posatore/Istallatore di serramenti, in pratica l’ultimo attore della filiera. Per ultimo non intendo in modo dispregiativo naturalmente, anzi comincio a pensare esattamente al contrario.

Se andiamo a verificare infatti quanto abbiamo inserito nella norma UNI 11673 – 2 (anche io ho contribuito ai lavori del gruppo di lavoro GL 12 di UNI) nel prospetto delle Conoscenze, Abilità e Competenze ci renderemo conto che il Posatore/Istallatore di serramenti “Certificato nella sua Competenza”, di fatto deve avere più competenze ma soprattutto responsabilità del serramentista stesso, che nel “flusso del denaro”, nel gergo legalese, è quello che ne riceve di più. Il Posatore/Istallatore certificato, ma anche non certificato vedremo poi, è magicamente diventato una specie di “salvatore della patria” al quale oggi tutti si stanno appoggiando, Professionisti compresi..

Nella maggioranza dei casi del Superbonus, infatti viene richiesta almeno la Certificazione della Competenza EQF3 Posatore Senior

Vediamo cosa riporta il comma 2 e 3 del prospetto 3 relativo alle competenze del posatore EQF3 Senior su riportato, Conoscenze :

  1. 1-­delle normative e principi di base in materia di sicurezza, igiene, e salvaguardia ambientale, acustica e contenimento energetico;

  2. 2-delle normative tecniche di settore.

Le competenze specifiche del Posatore / Installatore

Non voglio entrare nello specifico delle altre competenze che già questo Posatore/Istallatore deve avere perché mi sembrano molto importanti già solo queste due e attenzione stiamo parlando dell’EQF3 Posatore Senior non del EQF4 Caposquadra che oltre a queste competenze dovrebbe dimostrarne di avere anche nell’ambito della “progettazione”, progettazione con la “p” minuscola poi toccheremo anche questo aspetto.

Il responsabile di un serramento non conforme !

Ma torniamo a noi perché la domanda che mi ha posto ieri fra l’altro (ndr 24 Gennaio 22) uno dei futuri posatori che a breve dovrei formare e che voleva certificare la propria competenza, è stata illuminante, ovvero: ma sono io il responsabile di un serramento non conforme alla norma, che ho posato per un privato che a sua volta lo ha acquistato alla GDO per esempio, (la chiamo così in gergo tecnico perché non voglio fare nomi delle note Grandi Distribuzioni Organizzate del settore edile, che oggi propongono anche serramenti, purtroppo, a mio avviso).

Il quesito così come proposto oltre ad essere interessante ha cominciato a farmi riflettere, perché in realtà apre una serie di situazioni che possono rivelarsi molto pericolose per i Posatori/Istallatori.

Vediamo lo scenario che ci si prospetta davanti il comma 3 della UNI 11673 – 2 che riporta :

La conoscenza

  1. Delle normative tecniche di settore

Questo significa che il posatore deve possedere la competenza per poter verificare attraverso la lettura della documentazione della Marcatura CE (non c’è altro modo) le prestazioni che quei serramenti devono garantire e qui c’è il primo grande problema.

In Italia, per esempio, si possono immettere nel mercato, serramenti regolarmente Marcati CE con i valori della Tenuta all’Acqua, ma soprattutto al Carico del Vento con la terminologia NPD (Nessuna Prestazione Determinata).

Inoltre, nessuno può contestare l’immissione nel mercato di serramenti con prestazioni di Tenuta al Carico del Vento 1 e magari 4 o 5b di Tenuta, all’acqua regolarmente Marcati CE.

Cosa richiede invece la normativa di settore relativamente alla prestazione dei serramenti? Ce lo dice la norma UNI 11173 rev. 2015 stabilendo attraverso il “calcolo della pressione di progetto dell’edificio” trasformato in Pa (Pascal) quale prestazione di Tenuta all’Acqua, all’Aria ma soprattutto al Carico del Vento, il serramento deve garantire in qualsiasi parte d’Italia questo venga installato.

Questo significa che il Posatore/Istallatore Certificato o no, debba conoscere questa normativa perché, come abbiamo visto in precedenza in un altro articolo, il nuovo “Codice al Consumo”, ora addirittura rafforzato dall’articolo 131 dedicato nello specifico alla “corretta installazione di un bene”, stabilisce che la non corretta installazione di un bene venga equiparata ad un difetto del bene stesso. La nuova “posa a regola dell’arte” quindi diventa la norma e di conseguenza, il Posatore/Istallatore Certificato o meno, è costretto a rispettarla.

Prendendo in esame quindi solo le due prestazioni su riportate, però a mio avviso le più importanti relative alla sicurezza, quindi Tenuta all’Acqua ed al Carico del Vento, come farà il Posatore/Istallatore a garantire per esempio la Pressione P3 di sicurezza al Carico del Vento di fronte ad un valore dichiarato NPD (Nessuna Prestazione Dichiarata)?

Se ancora non è chiaro il problema vi faccio un altro esempio:

Il cliente acquista i serramenti alla GDO, ma questo vale anche se li acquista da un serramentista e me li trovo al piano pronti da montare.

Sto posando al terzo piano in zona vento 7 a Genova, appartamento fronte mare e dopo il corretto montaggio del serramento, nastri, pellicole, schiume, ecc. , per il Carico del Vento mi sono tutelato istallando turboviti da 450 Pa di resistenza al taglio ogni 40 Cm (voglio essere sicuro che non si stacchi dalla muratura che ho in precedenza verificato) però il mio cliente si è trovato al primo temporale di forte intensità (come si chiamano adesso i temporali) , con la casa invasa dall’Acqua che gli ha fatto un sacco di danni, pavimenti da rifare, impianti elettrici sotto pavimento con relativa illuminazione a pavimento da rifare, mobili rovinati, computer saltati ecc.

Attenzione a livello del carico del Vento i serramenti hanno retto quindi io ho posato bene e l’acqua non è passata dai giunti di posa, ma questi ultimi, magari con valori dichiarati 6a o NPD di tenuta all’acqua non era proprio da installare perché non in linea con la norma (non doveva essere venduto aggiungo io) e quindi pago io come Posatore/Istallatore che ho eseguito lo stesso la posa? Si sa che è sempre l’ultimo il responsabile del disastro, poi vai a spiegare che l’acqua non è passata dai giunti di posa, ma tra il telaio e l’anta ecc.

Ritengo sia un argomento molto interessante da dibattere.

Premetto e voglio ribadire ancora una volta il concetto, mi rendo conto della complessità del problema, delle implicazioni che questo argomento può comportare, di un sistema che non è assolutamente pronto ad affrontarlo, ma il consumatore finale DEVE essere salvaguardato dal “sistema”.

Non è certo colpa del consumatore finale pretendere che i serramenti siano conformi alla norma, attenzione essere conformi significa che non mi fanno entrare l’acqua, che non mi cadano addosso o si rompano in caso di forte vento, ritengo che siano pretese legittime.

Non mi si vengano ora a fare le solite difese di parte dove si parla di “edilizia libera” come l’area dove si può scorrazzare liberamente e senza impegni, che guarda caso rappresenta oltre l’80% dei casi di sostituzione dei serramenti e tutto questo per difendere una categoria di aziende che non vuole cambiare e adeguarsi o appunto come accade nelle GDO dove si vende di tutto a prescindere dalle prestazioni in quanto regolarmente Marcato CE, questo è il vero problema. I serramenti esterni non sono come le porte interne che sono protette grazie anche ai serramenti, che sono a temperatura costante, pulite e riverite tutti i giorni dalle mani premurose delle casalinghe, sono la prima protezione vera dagli agenti atmosferici che possono essere anche molto violenti.

Possono essere di materiali diversi ma devono garantire tutti gli stessi standard minimi di sicurezza e soprattutto non sono tutti uguali.

Perché purtroppo è questo atteggiamento che ha creato la situazione attuale che consente di poter vendere prodotti non sicuri e che sono addirittura Marcati CE dando la sensazione a chi li compra di essere in una botte di ferro. Gli ignari Istallatori/Posatori saranno i primi a farne le spese.

Inoltre, quando parlavo di “progettazione” con la “p” minuscola all’inizio dell’articolo è perché molte figure professionali del “sistema” stanno cercando di scaricare la “Progettazione” quella vera al povero Posatore/Istallatore.

A sua volta il Posatore/Istallatore non ha, a mio avviso, compreso le responsabilità che gli stanno “caricando” come figura professionale addirittura riconosciuta da Accredia , perché di fatto gli stanno dicendo: tu sei il posatore certificato per cui sicuramente sai quello che devi fare!!

Ognuno deve fare la propria parte i Serramentisti dovranno preoccuparsi di dove verranno installati i serramenti e se hanno dei Rivenditori dovranno essere informati dove i loro serramenti saranno installati; ed eventualmente nel caso in cui il Rivenditore non voglia comunicarlo il serramentista deve scaricare la responsabilità della verifica normativa al Rivenditore.

I Posatori/Istallatori dovranno fare la loro intervenendo e cercando di soddisfare al meglio durante la posa il rispetto di quanto previsto dal quadro normativo ed acquisendo le giuste competenze per poter garantire il risultato sperato dall’utente finale.

Anche i Professionisti devono fare la loro parte progettando con cura l’intervento, comprese anche le verifiche di progetto dei giunti di posa, la mitigazione dei ponti termici ed acustici ecc. ma soprattutto specificando le prestazioni di Tenuta Acqua, Aria e Carico del Vento, oltre alla Termica ed all’Acustica e pretendendo che il serramentista le rispetti attraverso una corretta Marcatura CE in linea con il Regolamento 305/11.

Perché il consumatore finale DEVE essere garantito dal “sistema”.

Attualmente siamo in piena revisione della norma UNI 10818 relativa alle responsabilità degli attori nel processo di posa dei serramenti e questo potrebbe diventare il giusto strumento da utilizzare per eliminare le storture su elencate, ma richiedere che questo strumento serva per tutelare il consumatore finale sarebbe troppo.

Sicuramente la “Certificazione della Competenza del Posatore” è un primo passo che aiuterà a risolvere il problema, un po’ alla volta però , con molta calma, siamo in Italia per cui i passi verso un cambiamento di mentalità vero, si fanno molto piano e nel frattempo ci sono i soliti furbi che ne approfitteranno insanguinando ancora di più il mercato.

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Impianti a bioenergie ok dalla Sardegna

Impianti a bioenergie questi sconosciuti

Per spiegare cosa sono gli impianti a bioenergie ci vorrebbe un corso di almeno mezza giornata solo per capire i capitoli più importanti , ma sicuramente i due assessori della Regione Sardegna, quello all’Industria Anita Pili e quello all’Ambiente Gianni Lampis, hanno finalmente approvato le linee guida per la regolamentazione e l’incentivazione dello sfruttamento delle risorse per questo tipo di impianti.

Ma come è stato l’iter per l’approvazione

Qualsiasi impianto a bioenergie , ma vale anche per qualsiasi altro impianto di produzione di energia , va analizzato dal punto di vista dell’efficientamento energetico complessivo di un impianto a bioenergie.

Riassumo i 3 semplici macro aspetti da tenere in considerazione :

  • Materiali in input ovvero l’alimentazione
  • Prodotto in output tipicamente sono energia elettrica e energia termica
  • Emissioni di scarto, possibilmente tendenti a zero

I parametri di valutazione che hanno permesso ai due assessori di dare il via libera all’approvazione degli impianti a bioenergie , è obbligatoriamente dovuto alle necessità energivore locali al fine non solo di ridurre le dipendenze dall’energia prodotta da combustibili minerali , ma anche per ragionare in termini di minor impatto ambientale : Il nostro motto è ” efficientamento energetico con il minor impatto ambientale “

Quindi le analisi delle necessità di energia elettrica è stato l’elemento principe per la validazione, ma sopratutto la componente termica che non è da sottovalutare negli impianti a bioenergie : per questo avranno sicuramente trovato la soluzione all’utilizzo di questa energia termica. A tal proposito occorre ricordare come avrai già visto nel mio articolo il bilanciamento delle energie da produzione cogenerativa , ma per farla breve vale a dire che se produciamo 1 MEGAwatt di energia elettrica ne viene erogata IL DOPPIO di energia termica , cioè 2 MEGAwatt .

Premesso questo aspetto puramente numerico , sono state prese in considerazione dalla analisi della diffusione degli impianti alimentati a bioenergie nell’Isola, e dai relativi studi sulle emissioni in atmosfera, il provvedimento mira a fornire indicazioni utili alla regolamentazione e valorizzazione dell’utilizzo delle bioenergie disponibili, affinché possano essere realizzati e gestiti in base alle misure previste dal Piano energetico ambientale regionale della Sardegna.

Come ottenere il massimo rendimento con il minor impatto ambientale

È arrivato quindi il via libera dalla Regione per la realizzazione di impianti a bioenergie in Sardegna attraverso l’incentivazione al recupero e al ritiro di scarti come biomassa. Nell’intenzione degli assessori di poter sfruttare la componenete calore , quella cioè più importante perchè il doppio dell’energia elettrica, avranno sicuramente pensato all’utilizzo del calore con impianti di altissima tecnologia come gli assorbitori che trasformano il calore in freddo , questo perchè venendo utilizzata in edifici di pubblica fruizione, questi ridurranno il consumo di energia elettrica dovuto ai climatizzatori estivi.

L’obbligatorietà d’installazione nei pressi degli edifici che utilizzeranno la componente caldo freddo , è dettata dal fatto che mentre l’energia elettrica può viaggiare per kilometri con una piccola perdita sulle linee elettriche nel caso dell’energia termica per quanto contenuta la dispersione dalle nuiove tecnologie avrà un’incidenza di perdite altissime tale per cui saranno vani tutti gli sforzi di impianti a bioenergie , in quanto inutili al fine del minor impatto ambientale .

Combustibile solido secondario x cementeria di monselice

la commissione provinciale autorizza , con l’approvazione all’utilizzo di CCS Combustibile solido secondario come alternativa al clinker ( Pet-coke )

La cementeria di Monselice il cui proprietario è Gruppo Zillo, ha ricevuto l’autorizzazione al progetto di efficientamento energetico che prevede la sostituzione del Pet coke, ovvero il combustibile di origine fossile attualmente utilizzato per l’impianto di cottura del clinker, con il Css, ovvero il Combustibile Solido Secondario “non rifiuto” prodotto da materiali non più riciclabili.
Questo tipo di combustibile alternativo, che proviene dal bacino regionale, rimpiazzerà parzialmente il Pet-coke ( di origine fossile ), dapprima in percentuali marginali, poi in percentuali maggiori fino a un massimo del 50%.
Dopo aver confermato il raggiungimento di un buon efficientamento energetico , il sindaco e la maggioranza, con l’avallo di Fabio Bui ( vicepresidente della Provincia ), hanno approvato in commissione senza alcuna sospensiva.

Il sindaco e la maggioranza hanno dato via libera all’iter approvativo in commissione senza alcuna sospensiva, sebbene avessero bocciato la mozione, , con l’avallo di Fabio Bui, vicepresidente della Provincia, di farsi portavoce di questo rinvio .

cementificio monselice efficientamento energetico
cementificio monselice efficientamento energetico
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Finanziamenti per 380 milioni imprese e competitività ricerca sviluppo industriale

Finanziamenti per 380 milioni imprese e competitività ricerca sviluppo industriale : strategici per il Mezzogiorno

Online due decreti del Mise che rendono disponibili complessivamente 380 milioni di euro, a valere sulle risorse del PON Imprese & Competitività 2014-2020, per promuovere l’innovazione e accrescere la competitività delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno attraverso il finanziamento di progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale.

Di questi 180 sono destinati al sostegno di progetti finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo di tecnologie, riconducibili alle aree tematiche individuate dalla Tecnologie riconducibili alle “Sfide per la società” del programma Orizzonte 2020
Potranno accedere alle agevolazioni anche i progetti di ricerca e sviluppo presentati nella fase 2 del programma Strumento PMI Orizzonte 2020 valutati positivamente ma non finanziati ai quali è stato riconosciuto, dalla Commissione Europea, il Seal of Excellence.
Strategia nazionale di specializzazione intelligente da realizzarsi nelle Regioni meno sviluppate (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) e nelle Regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna).

Sette le tematiche prioritarie:

  1. Fabbricazione e trasformazione avanzate
  2. Spazio
  3. Tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Tic)
  4. Nanotecnologie
  5. Materiali avanzati
  6. Biotecnologie
  7. Fabbricazione e trasformazione avanzate
  8. Spazio

Per il finanziamento dei progetti, che devono prevedere spese non inferiori a 800.000 euro e non superiori a 5.000.000, sarà concesso un finanziamento agevolato (pari al 20% delle spese) ed un contributo diretto alla spesa, variabile in base alla dimensione dell’azienda e alla tipologia di attività.

Per le sole Regioni meno sviluppate sono inoltre disponibili 200 milioni di euro per uno strumento destinato a Grandi progetti di R&S che prevede due distinti interventi agevolativi:
Industria sostenibile
Agenda digitale
I programmi dovranno prevedere spese tra 5.000.000 e 40.000.000 di euro.
I progetti che ricadono nei territori ammissibili – Regioni meno sviluppate e Regioni in transizione – presentati in forma congiunta potranno essere realizzati, per una quota non superiore al 35% dei costi ammissibili, anche in altre aree del territorio nazionale.

I termini di apertura e le modalità di presentazione delle domande saranno definiti con successivo provvedimento.
Decreto ministeriale 1 giugno 2016 – bando Grandi progetti R&S Pon
Decreto ministeriale 1 giugno 2016 – bando Orizzonte 2020 Pon
Contatti: adg.ponic@mise.gov.it

fonte : http://www.sviluppoeconomico.gov.it/

Diffondere i principi della RSI ( Responsabilità Sociale dell’Impresa) come leva competitiva della strategia aziendale

Efficientamento energetico
in collaborazione con
​REGIONE VENETO Formazione GRATUITA
POR FSE DGR 948

DIFFONDERE I PRINCIPI DELLA RSI ( Responsabilità Sociale dell’Impresa ) COME LEVA COMPETITIVA DELLA STRATEGIA AZIENDALE

by WWW.EFFICIENTAMENTO-ENERGETICO.it

CONTRIBUTI PER LA GESTIONE DELL’ENERGIA NELLE PMI VENETE

FSE e FESR anno 2016 – Regione Veneto – “Responsabilmente” (DGR nr. 948 del 22 giugno 2016)

CONTENUTI DEL PROGETTO:
Progetto di formazione e consulenza coprirà gli argomenti essenziali di ogni aspetto della gestione dell’energia in azienda:
dall’orientamento tra i fornitori di energia, alla valutazione degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, alla verifica dei risultati in termini di risparmi energetici ottenuti.

STRUTTURA DEL PROGETTO
Saranno realizzati Interventi aziendali, relativi al fabbisogno specifico di ogni impresa aderente al progetto.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

Alla fine degli interventi i partecipanti al progetto sapranno:
Individuare i contratti di approvvigionamento energetico più convenienti;
Conoscere i principali requisiti normativi nella gestione dell’edificio-impianto;
Conoscere i sistemi di gestione dell’energia;
Conoscere i principi dell’audit energetico;
Selezionare interventi di miglioramento dell’efficienza energetica adeguati;
Valutare i progetti in termini di esiti lungo tutta la vita degli impianti;
Verificare i risultati del monitoraggio post-intervento per quantificare i risparmi energetici ottenuti.

ATTIVITA’ OGGETTO DEL CONTRIBUTO

• Attività di formazione e consulenza destinate a dipendenti, titolari e liberi professionisti;
• Acquisto/leasing di beni mobili e immobili correlati alle attività del progetto.

MISURA AGEVOLAZIONI

Contributi a Fondo Perduto.

TEMPI E SCADENZE

Si dovrà presentare la domanda entro il 31/07/2016.

Per ulteriori informazioni contattare il Sig. Giampaolo Conti cell: 348.7338376

Biomassa

[row][h2]Biomassa[/h2]

Si intende per biomassa “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. Questa è la formulazione prevista dalla Direttiva Europea 2009/28/CE, ripresa da tutta la legislazione ad essa riferente. E quindi, anche se sulla definizione stessa di biomassa vi sono e vi sono stati giudizi non univoci, essa è, al momento, quella universalmente più accettata. In effetti, il concetto di biomassa che si trova in letteratura presenta differenze più o meno forti. Sostanzialmente, si possono dividere le biomasse in due gruppi:

  • Concetto di biomassa dal punto di vista ecologico
  • Concetto di biomassa dal punto di vista energetico: le biomasse sono forme biotiche che possono essere usate come fonti di energia .

Si possono definire “biomasse” quei prodotti di origine forestale o agricola (includendo i loro residui ed escludendo i rifiuti urbani o zootecnici), provenienti cioè da colture, energetiche o tradizionali. Le biomasse ed i combustibili da esse derivate emettono nell’atmosfera, durante la combustione, una quantità di anidride carbonica più o meno corrispondente a quella che viene assorbita in precedenza dai vegetali durante il processo di crescita. L’impiego delle biomasse ai fini energetici non provoca quindi il rilascio di nuova anidride carbonica , principale responsabile dell’effetto serra.

Le biomasse possono essere caratterizzate da 3 diversi criteri:

  • il contenuto di acqua (la biomassa si trova in condizioni fresche o è stata asciugata?)
  • la sua origine (la biomassa proviene da piante, animali?)
  • vitalità (ci sono organismi morti o vivi al suo interno?)

Biomasse secondo origine:

  • Fitomassa: la biomassa proviene da piante
  • Zoomassa: la biomassa proviene da animali
  • Biomassa microbica: la biomassa proviene da microorganismi

Biomassa secondo vitalità.

  • Biomassa vivente: è costituita da elementi viventi
  • Biomassa morta: è costituita da elementi morti

Resa energetica

Le piante hanno la capacità di trasformare l’energia solare in energia chimica. Questo processo può avvenire mediante la seguente reazione

  • Acqua + anidride carbonica + energia —> carboidrato + ossigeno

L’efficienza energetica globale della formazione di carboidrati è rappresentata da

  • il rapporto tra biomassa ottenuta ed energia solare disponibile che dipende anche dalla quantità di radiazione intercettata e dall’efficienza della fotosintesi.

L’efficienza energetica della fotosintesi dipende dal percorso seguito a livello di percorso molecolare ( si possono distinguere tra piante di tipo C3 e di tipo C4)

 

Composizione delle biomasse

La biomassa è composta principalmente da organismi vivi o morti, che a loro volta sono costituiti da una varietà di composti diversi. I composti quantitativamente più importanti possono essere raggruppati in tre classi di composti:

  • Carboidrati: costituiscono la maggior parte della biomassa e sono composti da carbonio, ossigeno e idrogeno. Essi sono, per esempio, come monomero (zucchero monosaccaride o semplice), glucosio (destrosio), disaccaride (zucchero matrimoniale), saccarosio (zucchero di canna o barbabietola) o un polisaccaride (zucchero multipli), amido e cellulosa;
  • Grassi;
  • Proteine.

Produzione di biomassa a scopi energetici

Le biomasse incidono sul 15% degli usi energetici primari nel mondo (55 milioni di TJ/anno).         I paesi in via di sviluppo ricavano il 38% del loro fabbisogno energetico dalle biomasse.[/row]

Fonte: wikipedia

NUOVA TARIFFA FLAT PER LE POMPE DI CALORE

[row][h2]NUOVA TARIFFA FLAT PER LE POMPE DI CALORE[/h2]

Attualmente in Italia sono installate circa 400mila pompe di calore alimentate a elettricità, pari a circa l’1,5% del totale degli impianti di produzione termica installati negli edifici italiani.

Se le pompe di calore non sono di più in Italia è anche perché  la loro diffusione è stata ostacolata da una bolletta elettrica troppo salata basata su una tariffa progressiva che finisce per penalizzare la fascia di consumo più elevata, cioè quella di cui fanno inevitabilmente parte i possessori di pompa di calore.

Per aggirare il problema della bolletta salata molti utenti hanno fatto ricorso all’espediente di installare un secondo contatore dedicato esclusivamente alla pompa di calore, ma dal 1 luglio 2014 questo non sarà più necessario. Le cose stanno infatti cambiando in una direzione che certamente favorisce un’adozione su scala più vasta di una tecnologia, la pompa di calore, utilizzabile con efficienza per il riscaldamento e la produzione di acqua calda ma anche per il raffrescamento nella stagione calda.

LA NUOVA TARIFFA FLAT PER LE ABITAZIONI DOTATE DI POMPA DI CALORE

L’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas con la Deliberazione dell’8 maggio (205/2014/R/EEL) ha previsto a partire dal 1° luglio 2014 l’introduzione in via sperimentale di una tariffa elettrica flat agevolata, D1, della quale potranno beneficiare i privati che utilizzano nell’abitazione di residenza pompe di calore elettriche come unico sistema di riscaldamento.

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REQUISITI PER POTER ACCEDERE ALLA TARIFFA D1

Per poter accedere alla sperimentazione, i clienti titolari di utenze domestiche in bassa tensione devono possedere i seguenti requisiti:

• essere dotati di contatore elettronico telegestito installato e in servizio;

• utilizzare nella propria abitazione di residenza anagrafica un sistema di riscaldamento unico a pompa di calore, entrato in funzione non prima del 1° gennaio 2008;

Per “pompa di calore” si intende “una pompa di calore elettrica che possiede i requisiti prestazionali minimi di cui all’allegato H del ‘decreto edifici’ [Dm 19 febbraio 2007, ndr] richiesti per gli incentivi fiscali del 65% o, in alternativa, rispetta i criteri di ammissibilità di cui all’allegato II del decreto 28 dicembre 2012.”

Il sistema di riscaldamento deve essere “formato da una o più pompe di calore e sono ammesse esclusivamente integrazioni da generatori di calore alimentati a fonti rinnovabili.”

• fornire il proprio consenso all’effettuazione di verifiche e controlli anche presso la propria abitazione;

• essere controparti di un contratto di vendita di energia elettrica con un venditore aderente.

I venditori del mercato libero possono valutare se offrire ai propri clienti la possibilità di aderire alla sperimentazione, mentre per i venditori del servizio di maggior tutela si tratta di un obbligo.

MODALITA’ DI ADESIONE

Alla sperimentazione si potrà  aderire, su base volontaria, nel periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 dicembre 2015 attraverso una richiesta inoltrata al venditore di energia elettrica, utilizzando una modulistica il cui fac simile sarà reso disponibile dall’Autorità entro il 20 maggio 2014.

TARIFFA D1: UN RICONOSCIMENTO DEL CONTRIBUTO DELLE POMPE DI CALORE AL RAGGIUNGIMENTO DEI NUOVI OBIETTIVI DELL’UNIONE EUROPEA

Con l’introduzione della tariffa D1 alla tecnologia viene finalmente riconosciuto il contributo essenziale che può dare allo sviluppo delle energie rinnovabili e al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica, un punto molto importante anche alla luce della recente proposta da parte dell’Unione Europea di ridurre le emissioni nocive del 40% dai livelli del 1990 entro il 2030 e di portare la quota di energia da fonti rinnovabili ad almeno il 27% del totale nel 2030.[/row]